Il fondatore di Tesla Elon Musk: "Viviamo in un mondo simulato come Matrix?"
E se vi dicessero che viviamo dentro un'immensa simulazione, generato da un'intelligenza artificiale del futuro? Non prendetevela con chi scrive: la colpa è di alcuni tra gli uomini più ricchi del mondo, convinti che l'intero universo non sia altro che un gigantesco videogioco.
Tra coloro che tentano di demolire la barriera tra scienza e fantascienza spicca la figura di Elon Musk: il cofondatore della Tesla Motors quattro mesi fa, alla Code Conference di San Francisco, ha dichiarato che «la probabilità di non essere dentro una simulazione al computer è pari a uno su un miliardo».
Ma perché, vi starete chiedendo, con tutti i problemi che ci assillano ogni giorno dobbiamo interessarci a questi argomenti? Per tentare di rispondere vediamo quali motivi mister Musk adduce a sostegno della sua ipotesi: se l'evoluzione dei videogiochi procederà con il ritmo attuale, che ha portato in 41 anni dalle racchette stilizzate di Pong all'impressionante realismo di One Life, tra pochi anni non sarà più possibile distinguere il reale dalla sua rappresentazione virtuale.
A questo punto le ipotesi formulate da Musk sono due: o noi terrestri siamo ignare pedine di un videogioco universale il cui joystick è nelle mani di qualche specie aliena oppure la nostra stessa civiltà, tra alcuni secoli, sarà in grado di viaggiare indietro nel tempo e governare i suoi stessi avi, cioè noi, mediante un grande scenario alla Matrix. O ancora, in una variazione sul secondo tema, a immergerci in un gigantesco videogioco potrebbe non essere una civiltà umana del futuro, ma un controllo totale operato dalle macchine, evidentemente desiderose di trasformare l'uomo attuale in un moderno gladiatore.
Andrea Mameli
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